Qual è l’attualità della figura di Chiara Lubich oggi?
Io penso che Chiara, come tutti i fondatori, rimanga attuale sempre. Perché? Perché il dono che Dio le ha dato costituisce un modello di vita che ha tanto da dire e da dare al mondo oggi. Quindi la sua figura non è passata, proprio per questo esempio continuo che ci ha dato di apertura all’umanità, di attenzione ai segni dei tempi, di capacità di accogliere chiunque senza pregiudizi, senza preclusioni di nessuna specie; per la sua capacità di stare a contatto con i grandi della Terra e dare loro qualcosa di essenziale senza timore, senza riserve e con assoluta coerenza e chiarezza, e nello stesso tempo di stare a contatto anche con i piccoli, con i più poveri, con i bambini, facendosi talmente uno con tutti che ognuno si sentiva a proprio agio con lei. Questo naturalmente è un esempio che deve continuare anche oggi; un esempio a cui noi cerchiamo di corrispondere più o meno efficacemente. Mi sembra sia soprattutto questa l’attualità della figura di Chiara oggi. Un altro aspetto riguarda la figura della donna oggi, che in Chiara trova un esempio concreto di persona che, senza imporsi, sa costruire, sa donare, sa essere propositiva in tante situazioni e in tanti campi. Ed è una propositività efficace, che cambia veramente le situazioni, anche di uomini, di personalità che vengono a contatto con lei, con la sua figura, e che si trasformano. Quindi una presenza diciamo “mariana”, che sa costruire la famiglia con tutti, proprio perché è madre. Inoltre, noi abbiamo sempre visto in Chiara una donna che, con la sua personalità e con il dono che Dio le ha dato, ha anticipato il Concilio per tanti aspetti: pensiamo all’incidenza del laicato, all’apertura nei dialoghi, all’influenza sulla società, al modo di risolvere i gravi drammi provocati dalla guerra, al rapporto Chiesa-mondo, alla parità al di là degli stati clericale o laicale nella Chiesa, o al di là degli stati di consacrazione o meno. In tutto questo ci è sembrato, leggendo poi i documenti del Concilio, che Chiara avesse anticipato queste idee per il dono che Dio le aveva fatto, evidentemente, e che forse serviva a preparare il terreno per cogliere poi quello che il Concilio stesso avrebbe sviluppato. Adesso, a distanza di tempo, sempre più ci rendiamo conto di quanto l’insegnamento e la vita di Chiara ci aiutano, ci “costringono” oggi a vedere tutto quello che del Concilio non è ancora stato attuato concretamente o compiutamente, e ci spingono a vivere tutti questi aspetti con una maggiore radicalità. Così, ad esempio, per quanto riguarda l’apertura alle religioni, l’apertura a 360 gradi a tutti i dialoghi, l’incidenza nelle realtà sociali del mondo…, tutte grandi piste che il Concilio ha aperto e che sono state soltanto imboccate, forse ancora non del tutto, per realizzare questa trasformazione della Chiesa e della società che lo Spirito Santo desidera.
Dieci anni dopo Chiara. Cosa sta cambiando nel Movimento dei Focolari?
Sta cambiando il Movimento dei Focolari, nel senso che il Movimento, fino all’epoca in cui Chiara era presente, era completamente orientato a lei – come era giusto che fosse – perché era lei che aveva avuto il dono del carisma da Dio e che doveva far nascere il Movimento, nutrirlo e portarlo avanti. Alla sua partenza per il Cielo, il Movimento si è reso conto di non avere più questa figura unica di riferimento, ma di avere in se stesso tutti i doni che Chiara aveva ricevuto e a sua volta trasmesso, in particolare il dono di una spiritualità di comunione, di una spiritualità collettiva che rendeva capaci tutti i membri del Movimento di fare unità gli uni con gli altri e, in questa unità, di avere la stessa luce che Chiara aveva ricevuto direttamente da Dio perché è una luce che viene proprio dalla presenza di Gesù fra i suoi quando sono uniti nel suo nome, come è scritto nel Vangelo. Il Movimento sta facendo questa esperienza, a volte luminosa, a volte faticosa, a volte difficile, ma sta pian piano facendo questa esperienza. E si rende conto che nella misura in cui crescono al suo interno l’unità e l’amore reciproco vero sulla misura del Vangelo, quindi sulla misura di Gesù che ha dato la vita per noi, cresce anche la capacità di vedere qual è il disegno di Dio, di portarlo avanti e di continuare a costruirlo. Noi pensiamo che sia questo che Chiara desiderava, che ci ha lasciato anche come testamento quando ha detto, fra le ultime sue parole: «Siate una famiglia». Un invito non a chiudersi fra pochi, certo, ma ad estendere lo spirito di famiglia a tutta l’umanità, secondo la preghiera di Gesù «che tutti siano uno». Poi, in un certo senso, sta cambiando anche l’assetto geopolitico del Movimento perché, logicamente, il mondo è vasto, le richieste sono tante e non si riesce a rispondere a tutti; allora si sente maggiormente il bisogno di essere più aperti, più missionari, più capaci di lasciare la stabilità, il posto in cui si è stati per tanto tempo per andare ad incontrare altre necessità, altri bisogni dell’umanità in zone dove ancora questo spirito non è arrivato. Quindi i focolarini sono più mobili, meno fissi in un posto; ma non solo i focolarini, in tutto il Movimento c’è il desiderio di portare nel mondo questo spirito proprio perché se ne avverte la necessità dappertutto.
Cosa oggi il Movimento dei Focolari dovrebbe mantenere, sviluppare, approfondire?
Mantenere assolutamente l’unità con la fonte che è Chiara, quindi la fedeltà al carisma originario così come ci è stato trasmesso; il ritorno alla vita dei primi tempi per scoprirvi quella radicalità, quella totalitarietà che anche oggi ci viene richiesta, forse ancora di più; quindi stare attenti a questo per mantenere questo spirito. Sviluppare il Movimento perché possa essere quello strumento che Dio ha pensato per portare questa spiritualità di comunione nel mondo, per costruire l’unità della famiglia umana, di tutta l’umanità, in Dio che è Padre di tutti e che vuole che tutti i figli siano uniti fra di loro e si amino. Che cosa dovrebbe approfondire? Io penso che da approfondire sarebbero proprio la conoscenza e la trasmissione – in termini accessibili a tutti – del grande carisma che Dio ha dato a Chiara e che non ha soltanto aspetti spirituali ma ha aspetti dottrinali, sociali, politici, aspetti che possono influire in tutti i campi. Questo ancora non è sviluppato adeguatamente. Quindi io penso che dovrebbe proprio approfondire la conoscenza e la trasmissione del pensiero originale di Chiara e dei suoi scritti.
È visibile l’incidenza del Movimento dei Focolari sulle realtà umane e sociali?
Penso che non possiamo dire che sia invisibile, perché, se fosse invisibile, non avremmo tanti consensi e qualche volta anche qualche dissenso; non avremmo vescovi che chiedono continuamente di aprire nuovi centri del Movimento in tante parti; non avremmo persone che trasformano l’angolo di mondo in cui si trovano. Quindi una certa visibilità senz’altro c’è, penso anche buona, solo che è una visibilità forse ancora troppo localizzata in alcuni punti e in alcune azioni. Penso alle tante opere sociali, penso alle cittadelle, penso al bene che fanno i nostri gruppi del Movimento nei Paesi dove ci sono violenze, conflitti; penso alla presenza dei Focolari nel Medio Oriente o in tante zone dell’Africa dove operano e sicuramente sono riconosciuti e riconoscibili. Penso però che questa visibilità debba essere più efficace e più estesa: forse il Movimento deve diventare più noto anche a livello mondiale, perché siamo presenti in quasi tutti i Paesi, ma questo forse ancora non è abbastanza espresso. Sarà una cosa che verrà con la vita: quanto più vivremo, tanto più incideremo e saremo visibili.
Come immagina una persona che appartiene al Movimento dei Focolari? Come dovrebbe essere, come dovrebbe vivere?
Immagino sicuramente una persona di relazioni, una persona capace di dialogo, capace di comunione, capace di fare da ponte, di mediare quando ci sono situazioni di dissensi, di conflitti. Quindi una persona che veramente riesce a costruire e a trasmettere l’unità nell’ambiente in cui vive, e a formare con altre persone piccole cellule in cui ci sia una vera unità per poi incidere sul tessuto dove ciascuno opera. Come dovrebbe vivere e come dovrebbe essere? Io ritorno a quello che Chiara ha detto: «Lascia a chi ti segue solo il Vangelo». Quindi una persona, per essere del Movimento, dovrebbe poter mostrare con la sua vita la verità di tutte le parole del Vangelo senza sconti, senza compromessi, essere capace di amare tutti, di amare sempre, di amare per primo, secondo quell’arte di amare che Chiara ci ha insegnato; capace di amare anche i nemici, quindi capace di portare fino alle estreme conseguenze la vita del Vangelo. Questo io lo direi per una persona del Movimento: anche se non conoscesse il Vangelo, la sua vita dovrebbe essere improntata da questi valori, con cui magari viene a contatto proprio attraverso il Movimento. Anche se non conoscesse la persona di Gesù, dovrebbe rispecchiare nella sua vita questi valori e questi ideali, a qualsiasi religione o a qualsiasi situazione appartenga. Si potrebbe dire: ma questa è un’impresa ardua, è un’utopia, è un’impresa impossibile! Io dico: è un’impresa ardua sicuramente, ma un’impresa che si costruisce momento per momento con piccoli passi. Questo non significa che una persona deve essere così; una persona deve tendere a diventare così, e lo diventerà crescendo giorno per giorno e cercando di vivere giorno per giorno quello che Dio le fa capire, quello che la sua coscienza le dice di fare, senza lasciarsi condizionare dall’ambiente che lo circonda, dalle tendenze che vanno di moda ma che poi passano, ma restando fedele a questa identità e coerenza che Dio le chiede.
Mentre scriviamo, arriva la notizia che papa Francesco, il prossimo 10 maggio, visiterà la cittadella dei Focolari a Loppiano. Com’è andata?
A dire il vero la notizia è stata per noi stessi una sorpresa. È chiaro che è un grande onore per il Movimento dei Focolari accogliere un papa tra di noi, in una nostra cittadella. Ci dà una profonda gioia, una spinta ulteriore ad intensificare l’impegno a vivere l’amore e l’unità radicati nel Vangelo. Vorremmo, infatti, che papa Francesco, incontrandoci, possa trovare un “popolo nato dal Vangelo”, secondo una definizione del Movimento che tanto piaceva a Chiara Lubich.