Sabato 27 Luglio 2024
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P. Jonathan Cotton OSB

P. Jonathan Cotton OSB (è stato alla Claritas da settembre 2022 a luglio 2023) P. Anthony Jonathan Cotton è nato il 9 maggio 1943 a Simla (India) in una famiglia cattolica inglese. Suo padre era infatti in quel Paese a servizio dell’Esercito del Regno Unito. Ha trascorso anche qualche anno della sua infanzia anche a Napoli. Ma poi è ritornato in Inghilterra. Ha frequentato le scuole nel Collegio dell’abbazia benedettina di Ampleforth, nella provincia di York. Nel 1961, ultimati gli studi, decise di entrare tra i benedettini. Ancora con voti semplici fu mandato all’università per studiare storia. Poi ha cominciato a insegnare nel Collegio dell’abbazia, mentre ultimava i suoi studi di teologia. Diventato sacerdote è stato inviato e ha lavorato, per oltre 45 anni, in alcune parrocchie dipendenti dall’Abbazia, specialmente in St. Mary’s Leyland dove fu nominato superiore e Parroco. P. Jonathan ha conosciuto l’Opera di Maria nel 1972. Ricorda: Lì ho trovato una spiritualità che ha cambiato la mia vita completamente e che mi ha dato molta luce per capire come vivere da monaco benedettino. Prima di conoscere questa spiritualità stavo veramente lottando come monaco e credo che questa spiritualità mi ha riportato alla vocazione che Dio vuole da me. Da allora è diventato membro attivo, con altri religiosi, dell’Opera di Maria. Fra essi ricordiamo Dom Maurus Green e Dom Ian Petit, suoi confratelli, che lo avevano invitato alla Mariapoli in quell’anno. Scrive: Successe che dopo una battaglia interiore ho capito la bellezza e la grandezza della spiritualità dell’unità. Mi ha aiutato a rivedere i miei rapporti con i miei confratelli nell’abbazia, e poi in parrocchia. In questo modo ho istaurato rapporti nuovi e profondi con le persone di tutte le età, con piccoli e grandi, uomini e donne e non ho più perso i contatti con le persone legate a questa spiritualità. Tutte loro sono state un grande sostegno per me e mi hanno aiutato molto.! Dal 1980 in poi è stato, sempre in unità e a servizio di tutta l’Opera in zona, ha svolto anche il servizio di coordinatore responsabile dei religiosi del Regno Unito. P. Jonathan da allora ha sempre partecipato agli internazionali dei religiosi del Movimento dei Focolari. E con il suo italiano approssimativo, ma soprattutto con il suo sorriso e il suo tipico humor inglese, conquistava tutti e riusciva a tessere rapporti con tutti. Molti, anche dopo anni, ricordavano la sua presenza e il suo sorriso. Negli anni poi, nonostante gli intensi impegni pastorali, e sempre con il permesso dei superiori, ha continuato a servire l’Opera di Maria, soprattutto nel dialogo ecumenico e nell’amicizia con numerosi appartenenti alla Chiesa Anglicana e Presbiteriana. Negli ultimi 20 anni ha curato anche profondi rapporti con fedeli di altre religioni, in particolare con i fratelli musulmani. Ha incontrato un giovane professore, il Dott. Shomali, proveniente dall’Iran e trasferitosi in Inghilterra. Desideroso di conoscere il cristianesimo, lo ha fatto incontrare con la spiritualità dell’Unità e con il Movimento dei Focolari. Concluso il suo ministero parrocchiale nel 2022, ha ottenuto il permesso di trascorrere un anno sabatico alla Claritas a Loppiano. I suoi obiettivi: Voglio andare a Loppiano per aggiornarmi con lo studio di argomenti di teologia, filosofia e spiritualità con l’aiuto dei confratelli religiosi della Claritas e l’Istituto Universitario Sophia, e nello stesso tempo fare uno stacco dal mio intenso lavoro apostolico in parrocchia. Anche se ho sempre cercato di essere fedele alle mie preghiere e alla meditazione, in una parrocchia c’è meno tempo per questo, perché molteplici e continui sono i rapporti con le persone che chiedono consiglio e aiuto materiale e spirituale. Ho cercato di fare questo per prepararmi al nuovo ritmo di vita del monastero, dove dovevo rientrare. Nella cittadella di Loppiano p. Jonathan si è inserito attivamente tessendo relazioni con gli abitanti di tutte le vocazioni, famiglie, giovani, sacerdoti e seminaristi, docenti e studenti dell’Istituto Universitario Sophia. Alla fine della sua permanenza, nel giugno 2023, inaspettatamente, ha dovuto affrontare alcune serie difficoltà con la sua salute. Ha dovuto rinunciare a vistare famigliari e amici in Australia e gli USA per ritornare in Inghilterra per cure mediche. Ha lasciato Loppiano l’11 luglio dello scorso anno, ma ha continuato a restare unito a tanti di noi. La malattia riscontrata era seria. Ritornato in Inghilterra ha trascorso gli ultimi mesi tra ricoveri in ospedale e la vita nell’infermeria dell’abbazia di Ampleforth. Anche in questa situazione incerta ha continuato a mantenere contatti regolari attraverso i social con tanti di noi e con molti fedeli della sua parrocchia e con innumerevoli membri dell’Opera di Maria. Accettando tutto e vivendo il percorso della malattia con grande fede, pace e serenità che donava sempre a tutti coloro che lo contattavano, fino agli ultimi giorni di vita. Il segreto di questo atteggiamento era il suo amore illimitato a Gesù Abbandonato. Tanti di noi e dei suoi amici della famiglia mondiale del Focolare lo hanno sostenuto con preghiere e messaggi, offrendogli un’esperienza di cammino comunitario verso la Vita Eterna. Il 17 gennaio 2024, vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, P. Jonathan è andato serenamente incontro al suo Salvatore come realizzazione della parola di vita che Chiara Lubich ha dato a lui: “Come il Padre ha mandato me, così Io ho amato voi” (Gv 15:09). Dal cielo, di sicuro, continua ad accompagnarci con il suo radioso sorriso! Questa sera, la salma di P. Jonathan, verrà solennemente traslata nella Chiesa dell’Abbazia di Ampleforth. Domani mattina avranno luogo i solenni funerali e la sepoltura nel cimitero dei monaci. Grazie P. Jonathan! Grazie! Riposa in pace! 



 

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Messaggio Cristiano
UDIENZA GENERALE, 26 Giugno 2024


Catechesi in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Il tema di quest’anno è Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione.

San Giovanni Paolo II ha affermato che «l’abuso di droga impoverisce ogni comunità in cui è presente. Diminuisce la forza umana e la fibra morale. Mina i valori stimati. Distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore». [1] Questo fa l’abuso di droga e l’uso di droga. Ricordiamo però, al tempo stesso, che ogni tossicodipendente «porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata. [...] Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio». [2] Tutti hanno una dignità.

Non possiamo tuttavia ignorare le intenzioni e le azioni malvagie degli spacciatori e dei trafficanti di droga. Sono degli assassini! Papa Benedetto XVI usò parole severe durante una visita a una comunità terapeutica: «Dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo». [3] E la droga calpesta la dignità umana.

Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia –, come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Si liberalizza e si consuma di più. Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono – perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte –, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! E questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio.

La produzione e il traffico di droga hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico.

Un’altra via prioritaria per contrastare l’abuso e il traffico di droghe è quella della prevenzione, che si fa promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro.

Nei miei viaggi in diverse diocesi e vari Paesi, ho potuto visitare diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo. Esse sono una testimonianza forte e piena di speranza dell’impegno di preti, consacrati e laici di mettere in pratica la parabola del Buon Samaritano. Così pure sono confortato dagli sforzi intrapresi da varie Conferenze episcopali per promuovere legislazioni e politiche giuste riguardo al trattamento delle persone dipendenti dall’uso di droghe e alla prevenzione per fermare questo flagello.

A titolo di esempio, segnalo la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA). Lo statuto di questa rete riconosce che «la dipendenza da alcol, da sostanze psicoattive e altre forme di dipendenza (pornografia, nuove tecnologie ecc.) … è un problema che ci colpisce indistintamente, al di là delle differenze geografiche, sociali, culturali, religiose e di età. Nonostante le differenze, ... vogliamo organizzarci come una comunità: condividere le esperienze, l’entusiasmo, le difficoltà». [4]

Menziono inoltre i Vescovi dell’Africa Australe, che nel novembre 2023 hanno convocato una riunione sul tema “ Dare potere ai giovani come agenti di pace e speranza”. I rappresentanti dei giovani presenti all’incontro hanno riconosciuto quell’assemblea come una «pietra miliare significativa orientata verso una gioventù sana e attiva in tutta la regione». Hanno inoltre promesso: «Accettiamo il ruolo di ambasciatori e sostenitori della lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti. Chiediamo a tutti i giovani di essere sempre empatici gli uni con gli altri». [5]

Cari fratelli e sorelle, di fronte alla tragica situazione della tossicodipendenza di milioni di persone in tutto il mondo, di fronte allo scandalo della produzione e del traffico illecito di tali droghe, «non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga». [6] E preghiamo per quei criminali che danno la droga ai giovani: sono criminali, sono assassini! Preghiamo per la loro conversione.

In questa Giornata Mondiale contro la droga, come cristiani e comunità ecclesiali rinnoviamo il nostro impegno di preghiera e di lavoro contro la droga. Grazie!

Papa Francesco