Mercoledì 7 Giugno 2023
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Africa di ieri e di oggi


L´Africa e le "piaghe bibliche: l´invasione delle cavallette

 

L´Africa e le "piaghe bibliche: l´invasione delle cavallette 
 
 
Mentre i media di tutto il mondo sono occupati ad allarmare l’universo per la “similinfluenza” chiamata coronavirus il continente africano è devastato dalla più grande invasione di locuste degli ultimi cento anni nel Corno D’Africa. Inoltre sembra che gli insetti si stiano spostando verso l’Asia e sia in arrivo una seconda ondata. L’allarme era stato lanciato dall’ONU nei primi giorni di febbraio e a tutt’oggi la situazione non sembra migliorare anzi gli insetti si stanno spostando a grande velocità verso l’Asia coinvolgendo due continenti. Le nuvole di cavallette si stanno muovendo verso verso il Medio Oriente e il continente asiatico dopo avere devastato i raccolti di Somalia, Kenya, Etiopia, Sudan ed Egitto e negli ultimi giorni stanno devastando i campi della penisola arabica, soprattutto quelli di Yemen, Arabia Saudita, Bahrain e fino al Pakistan, India e a ridosso della Cina. Dall’Arabia e dal Bahrain arrivano immagini spaventose con nuvole di cavallette senza fine che oscurano il cielo e divorano tutto quello che trovano sul loro percorso, riuscendo a spostarsi anche di 150 chilometri al giorno. L’organizzazione di aiuti umanitari Mercy Corps, citata da Bbc Africa prevede una seconda ondata di cavallette nelle prossime settimane. Questa sembra essere, secondo la Fao, la peggiore invasione degli ultimi 25 anni in Somalia ed Etiopia e degli ultimi 70 anni in Kenya e la causa potrebbe essere le inondazioni della scorsa estate che avrebbero creato le condizioni ideali per la straordinaria proliferazione delle terribili locuste.
 
Le cavallette che stanno massacrando l’Africa e si apprestano a massacrare l’Asia sono in grado di mangiare in un solo giorno il cibo che basterebbe per 90 milioni di persone e quindi potremo essere costretti ad affrontare la più grande crisi umanitaria degli ultimi 100 anni. Le analisi degli esperti prevedono un rischio di morte per oltre 10 milioni di persone, oltre quelle già con problemi di approvvigionamento, rischiano la morte per fame. In alcune zone come riportato dai media locali, gli abitanti si sono ridotti, in mancanza d’altro, a mangiare le locuste morte in seguito all’uso di pesticidi, lavandole e bollendole prima di friggerle correndo il rischio di essere intossicati. Nell’ultima settimana le cavallette hanno distrutto 380 mila ettari di terreni agricoli nella sola India e gli esperti stimano che il loro numero potrebbe crescere di 500 volte da qui a giugno quando il clima secco potrebbe frenarne la diffusione.

Documenti allegati

 Akotara
 Akotara
 Tengi o Storia ufficiosa del Centrafrica

 

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Messaggio Cristiano
Angelus, 4 Giugno

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi, Solennità della Santissima Trinità, il Vangelo è tratto dal dialogo di Gesù con Nicodemo (cfr Gv 3,16-18). Nicodemo era un membro del Sinedrio, appassionato del mistero di Dio: riconosce in Gesù un maestro divino e di nascosto, di notte, va a parlare con Lui. Gesù lo ascolta, capisce che è un uomo in ricerca e allora prima lo stupisce, rispondendogli che per entrare nel Regno di Dio bisogna rinascere; poi gli svela il cuore del mistero dicendo che Dio ha amato così tanto l’umanità da mandare il suo Figlio nel mondo. Gesù, dunque, il Figlio, ci parla del Padre e del suo amore immenso.

Padre e Figlio. È un’immagine familiare che, se ci pensiamo, scardina il nostro immaginario su Dio. La parola stessa “Dio”, infatti, ci suggerisce una realtà singolare, maestosa e distante, mentre sentir parlare di un Padre e di un Figlio ci riporta a casa. Sì, possiamo pensare Dio così, attraverso l’immagine di una famiglia riunita a tavola, dove si condivide la vita. Del resto, quella della mensa, che allo stesso tempo è un altare, è un simbolo con cui certe icone raffigurano la Trinità. È un’immagine che ci parla di un Dio comunione. Padre, Figlio e Spirito Santo: comunione.

Ma non è solo un’immagine, è realtà! È realtà perché lo Spirito Santo, lo Spirito che il Padre mediante Gesù ha effuso nei nostri cuori (cfr Gal 4,6), ci fa gustare, ci fa assaporare la presenza di Dio: presenza sempre vicina, compassionevole e tenera. Lo Spirito Santo fa con noi come Gesù con Nicodemo: ci introduce nel mistero della nuova nascita – la nascita della fede, della vita cristiana –, ci svela il cuore del Padre e ci rende partecipi della vita stessa di Dio.

L’invito che ci rivolge, potremmo dire, è quello di stare a tavola con Dio per condividere il suo amore. Questa è l’immagine. Questo è ciò che succede in ogni Messa, all’altare della mensa eucaristica, dove Gesù si offre al Padre e si offre per noi. E sì, è così, fratelli e sorelle, il nostro Dio è comunione d’amore: così ce lo ha rivelato Gesù. E sapete come possiamo fare a ricordarlo? Con il gesto più semplice, che abbiamo imparato da bambini: il segno della croce. Tracciando la croce sul nostro corpo ci ricordiamo quanto Dio ci ha amato, fino a dare la vita per noi; e ripetiamo a noi stessi che il suo amore ci avvolge completamente, dall’alto in basso, da sinistra a destra, come un abbraccio che non ci abbandona mai. E al tempo stesso ci impegniamo a testimoniare Dio-amore, creando comunione nel suo nome. Forse adesso, ognuno di noi, e tutti insieme, facciamo il segno della croce su di noi [fa il segno della croce].

Oggi allora possiamo chiederci: noi testimoniamo Dio-amore? Oppure Dio-amore è diventato a sua volta un concetto, qualcosa di già sentito, che non smuove e non provoca più la vita? Se Dio è amore, le nostre comunità lo testimoniano? Sanno amare? Le nostre comunità sanno amare? E la nostra famiglia, sappiamo amare in famiglia? Teniamo la porta sempre aperta, sappiamo accogliere tutti, sottolineo tutti, come fratelli e sorelle? Offriamo a tutti il cibo del perdono di Dio e la gioia evangelica? Si respira aria di casa o assomigliamo più a un ufficio o a un luogo riservato dove entrano solo gli eletti? Dio è amore, Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo e ha dato la vita per noi, per questo facciamo il segno della croce.

E Maria ci aiuti a vivere la Chiesa come quella casa in cui si ama in modo familiare, a gloria di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo.

Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Assicuro la mia preghiera per le numerose vittime dell’incidente ferroviario avvenuto due giorni fa in India. Sono vicino ai feriti e ai familiari. Il Padre celeste accolga nel suo regno le anime dei defunti.

Saluto voi, romani e pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare i fedeli provenienti da Villa Alemana (Cile) e i ragazzi della Cresima di Cork (Irlanda). Saluto i gruppi di Poggiomarino, Roccapriora, Macerata, Recanati, Aragona e Mestrino; come pure i ragazzi della Cresima e della Prima Comunione di Santa Giustina in Colle.

Un saluto speciale ai rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, che ringrazio per la vicinanza quotidiana alla popolazione; la Virgo Fidelis, vostra Patrona, protegga voi e le vostre famiglie. A Lei, Madre premurosa, affido le popolazioni provate dal flagello della guerra, specialmente la cara e martoriata Ucraina.

Saluto tutti, anche i ragazzi dell’Immacolata che sono bravi, e auguro una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Grazie, buon pranzo e arrivederci!

Papa Francesco


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