Sentiamo il desiderio di ricordarla perchè la sua giovane vita ha segnato profondamente la nascente comunità del Movimento dei Focolari a Genova e pensiamo possa ancora ispirare “cose grandi” a chi non l’ha conosciuta.
Il 23 dicembre 1969 Gilda compie 14 anni. Da tempo è in contatto con le Gen ed è anche nel mondo scout una capo delle guide. All’inizio del ’70 confida alla mamma di sentire fortemente nella sua anima il richiamo a seguire la volontà di Dio. E’ una bella ragazzina, intelligente (compie gli studi di 1° liceo brillantemente) ma nella primavera ’70 comincia a smagrire e dopo numerosi esami, la diagnosi: carcinoma.
Gilda scrive a Chiara e le chiede il nome ideale. Chiara le risponde: Cielo.
Ripercorriamo i mesi della sua malattia attraverso stralci delle sue lettere scritte in clinica a Suor Anna, riportati in un articolo di Città Nuova del 1972/5.
Stralci da un articolo sulla rivista Città Nuova (1972/5)
E’ possibile oggi, in piena civiltà tecnologica, avere a quindici anni una esperienza intensa di certe realtà che sembrano essere escluse dal giro degli interessi attuali: la vita spirituale, la scoperta del dolore, l’amore vissuto in una dimensione sublime? Questi stralci di diario e di lettere di una bella ragazzina genovese, Gilda Quartini, che gli amici chiamavano Cielo (e cosí la chiameremo anche noi), morta qualche mese fa, lo affermano in modo impressionante. Li riporteremo qui nudi e crudi, come sono, senza aggiungere altro che qualche notizia telegrafica per ambientarli nel luogo e nel momento in cui sono stati scritti.
1 settembre 1970: A una suora che l’assiste: “Lei mi ha fatto capire che si può passare una vita ad amare il prossimo vedendo in lui Gesú. E questo mi ha fatto tanto piacere. Essere per lei un Gesú da confortare, da medicare, non è bellissimo?… Forse le sarà meno difficile perdermi; giacché ha lasciato padre, madre, ecc. per seguire Dio. Spero che lui mi dia la forza di separarmi da tutto ciò che non è giusto e onesto in questa terra”.
Il 25 settembre Cielo va in pellegrinaggio a Lourdes con altri malati.
13 ottobre: “Ho visto tanti scouts e guide che aiutavano, e anch’io avrei voluto fare come loro, ma Gesú vuole ognuno al proprio posto, perché è al nostro posto che facciamo la volontà di Dio… (Zia Nini) mi ha detto: “Canta”. In quel momento (ero senza voce, la chitarra scordata) avrei voluto sprofondare; ma sapevo che ciò che conta è un atto di amore e per far dono di amore ai miei fratelli, all’arcivescovo e a tutti ho preso il coraggio a due mani e ho cantato “Ama e capirai…”.
Igenitori Vincenzo e Angela
Nell’ottobre Genova è invasa dall’alluvione.
. Gran numero di giovani si prodigano nel soccorso. “In questi giorni vorrei anche io andare a spalare fango… ma non posso a motivo del mio piede e perciò offro questa mia piccola sofferenza a Dio”.
In seguito alle cure, Cielo può riprendere la scuola. Ogni tanto deve interromperla per sottoporsi alle fleboclisi. Le vene si rompono sempre piú facilmente: ematomi dolorosi. Il braccio è bloccato. Ma riesce tra le prime della classe. ………
13 novembre: ……… Le vene quasi non si trovano più. Da un po’, Cielo ha la parrucca perché i capelli sono quasi scomparsi. Cammina claudicando, ma la massa tumorale è molto ridotta.
26 novembre : “Ho trovato in questi giorni che cosa offrire e che cosa chiedere per Natale. Offrirò la mia sofferenza, che continua tutti i giorni e chiederò di poter essere santificata in questo modo giacchè Gesù ci vuole tutti santi. Ieri sera a Messa mi ha colpito questa frase “qualunque cosa chiediate nella preghiera essa è già vostra, pòerchè così dovrà avvenire per voi”. Ciò mi ha riempito di gioia, mi ha fatto dimenticare tutto ciò che ho passato e mi son messa ad amare gli altri con una nuova carica….mi vien proprio da dire “ Quant’è buono il Signore con me”.
11 dicembre: “Come passa in fretta il tempo. Mi sembra ancora ieri quando ero in questo letto e pensavo con terrore all’indomani mattina, che sarebbe poi stato il fatidico 10 luglio, giorno in cui sono entrata in clinica. Sono passati ben cinque mesi e come sono cambiata! …….
Il 23 dicembre Cielo compie 15 anni. Vista la persistente riduzione della massa tumorale, i medici pensano alla possibilità di un nuovo intervento.
12 gennaio: Ti lascio con questa frase che mi ha sollevata parecchio:… “Io sarò in ogni vostro dolore. Io sarò in ogni vostra gioia”.
Cielo va a Roma in aereo per un consulto. L’operazione si farà a Roma, ma intanto ritorna a Genova.
18 gennaio: “In fondo questa mia malattia è qualcosa che mi purifica sempre di più; in fondo la cosa piú importante è amare gli altri e questa (malattia) mi aiuta a fare sempre ciò”.
Cielo entra in clinica a Roma dove viene operata con successo il 25 gennaio.
1 febbraio: L’operazione è andata bene. Avevo un po’ di paura perché sapevo che se andava male potevo salire presto in cielo, ma Gesú ha voluto che io rimanessi ancora qui, ed io sono qui al mio posto. Gli esami prima dell’operazione sono andati maluccio per le mie vene che devono aver scoperto qualche nascondiglio buono. Mi hanno bucato sia alle mani sia ai piedi ed io pensavo proprio a Gesú crocifisso e dicevo “mi manca solo la lancia nel costato, ma presto mi faranno un taglio un po’ piú giú e sarà lo stesso”. Effettivamente mi hanno messo in un piede un ago grosso come un chiodo, ma dopo tre giorni me l‘hanno tolto. Ora basta flebo e cliniche… . Ritorno a Genova. ……..
4 febbraio: “ Il dolore, per chi ha fede, ha la stessa forza dell’amore”. Cielo riprende la scuola. Fa a piedi il lungo tragitto per riadattare al cammino la gamba ancora zoppicante.
2 maggio: “Sono di nuovo a Villa Serena… pensavo alla Gilda di quasi un anno fa, su questo letto, con i capelli lunghi, ormai ridotti a pochi fili, il viso scarno e il corpo magro, il volto teso alla luce che veniva dalla finestra, perché se uno è nella luce è nella vita. Pensavo alla Gilda che l’estate scorsa ha dovuto “lasciar perdere” molte cose alle quali teneva e che aveva la sua morte e non la sua vita da offrire agli altri. Poco, niente, tutto? Poco per gli altri, niente per il mondo, tutto per me. …….
Il mondo non vuole saperne di dolore. Perciò lo sfugge; e lo dimentica, lo vuole dimenticare. Eppure il dolore ha una funzione paradossale, è il canale della felicità…
Il 4 maggio l’operazione: rivela un tumore della forma più maligna, diffuso in tutta la zona addominale. Non si ritiene di poterle dire subito tutta la verità. Si ritentano le cure dell’anno precedente.
Fine maggio. Cielo torna a casa. Si tenta una nuova cura, ma tutti sanno
Preghiera di Cielo (clicca sopra per ingrandire)
che è inutile. Sta male, rientra in clinica. Ogni giorno sarà d’ora in poi un giorno di sofferenza. Il 23 luglio, dal Congresso internazionale Gen a Grottaferrata le mandano un telegramma, chiamandola “pietra viva”: Il vescovo di Mondovì dedica a Cielo la “prima pietra” di una chiesa per una stazione di sport invernali a Prato Nevoso.
5 agosto: Il suo addome è diventato enorme. “Papà, è la stessa cosa dell’anno scorso?”. “ Sí”. “Quando ve ne siete accorti?”. “Durante l’operazione di appendicite”. “Non si può togliere nulla?” – “Solo un piccolo pezzo”. Cielo tace. Non c’è cambiamento nel suo sguardo, solo un attimo di riflessione. Di lì a poco tornerà a sorridere. ……..
I5 agosto: La mamma le dice che vuol vederla guarita. “Mamma, è Gesú che mi vuole così”.
16 agosto: “Ieri era l’Assunta. Credevo che sarei volata in cielo anch’io”.
Poi, i giorni seguenti, sotto l’effetto dei calmanti, è tranquilla. Ma riesce a parlare a fatica: “Papà, sono brava?”. Il 20 agosto, il male si aggrava ancora, e il 21, alle 14,20, Cielo si spegne. Le sue ultime parole sono: “Sì, sì”.
Vicini di casa di casa di Angela e Vincenzo, dopo la Messa del funerale, hanno detto: “ voi siete l’ossigeno del mondo; senza di voi il mondo soffocherebbe.”