Venerdì 19 Aprile 2024
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Maria SS.ma, la Mamma Casalinga!

Fa che possiamo imparare a vivere, sempre meglio, alla maniera della Famiglia di Nazareth

REPETITA IUVANT

 

E’ bello ripeterlo! … che Maria è la nostra Madre CASALINGA! Infatti tutti i santi lo dicono, lo vivono e ce lo ripetono. Ecco quanto afferma Chiara Lubich, una delle tante sante mistiche moderne, nel suo Diario del 17.1.1974.      

“Ecco quale sia il compito della Chiesa e di ogni cristiano: portare Maria a casa, vivere con Maria, andare a Cristo con Maria, per Maria, in quanto Maria è Madre spirituale e cioè Madre che nutre i cristiani della filiazione divina”.

“Molti mi chiedono e si chiedono che cosa significhi ‘portare Maria a casa’. Significa molte cose: colloquiare con Lei durante la giornata come fosse (perché lo è) la mia/nostra Madre Casalinga,  portarla nell’intimo della nostra anima e nella preghiera al Padre, a Gesù, allo Spirito Santo; chiedere la sua intercessione; farla entrare nella nostra vita spirituale ricalcando le tappe della sua via; rispecchiarsi in essa, come già ho detto, attraverso le litanie; riviverla Desolata nell’attimo presente, perdendo tutto ciò che non è volontà di Dio e così via. Ma ciò che per me in questo momento ha più significato è ‘prendere con sé’ quel pezzo di Opera di Maria (e Maria è tutta intera in ogni parte della sua Opera) vivendo per essa, pregando per essa (e se non lo facciamo noi chi lo fa?), lavorando per essa, soffrendo per essa in unità con tutti i nostri fratelli che hanno lo stesso compito.

‘Prendere Maria con sé’ significa in pratica mettere in luce ogni particolare della nostra vocazione, dei nostri doveri. Questo, e fatto questo, mi sembra fatto tutto ciò che in concreto possiamo fare per essere sicuri di vivere tutto il giorno con lei” (Diario - 17.1.1974). 

La “mia/nostra Madre Casalinga” è sempre con noi e Gesù/Trinità  - Uno e Trino - che col Battesimo abita in noi è sempre il Figlio di Maria di Nazaret, la mia/nostra Mamma Casalinga. Siamo in buona compagnia: da non dimenticare mai!

L’Ex

 

 

Nel mese di settembre, avendo partecipato al pellegrinaggio a Lourdes dell’UNITALSI, ho donato al lettore le mie impressioni, ascoltate profondamente in me nei lunghi tempi passati ai piedi di Maria nella Grotta di Massabielle.

 

Ho ancora ben presente nella mente e nell’anima quella Grotta dove ogni pellegrino, da più di cento cinquant’anni, arriva da ogni parte del mondo. Essa è quanto mai attraente e quanto mai pulita, dato che quotidianamente è rimessa nuovo. Infatti, alla sera, un addetto alle pulizie ferma la sua macchina vicino al grande lucerniere, sotto la statua dell’Immacolata; ho calcolato che ci vuole circa mezz’ora di lavoro/pulizia per togliere accuratamente ogni residuo di cera delle candele consumate in giornata e pulire bene i sette candelabri.

 

Allora, ai tempi di Bernadette Soubirous, la Grotta era tutt’altro. Una mistica moderna nel 1960 ha detto: “Bisogna ricordarsi che l’Immacolata è apparsa a Lourdes in una grotta dove c’era un immondezzaio, quasi a voler dire che lei può rispuntare in mezzo al mondo attraverso le nostre miserie. Queste parole le ho lette e rilette varie volte e mi confermano quello che scrissi allora nel mio BLOG sull’impressione avuta, definendo MARIA l’IMMACOLATA come la mia Mamma Casalinga e Badante.

 

Sì a Lourdes, alla Grotta di Massabielle, con tutta libertà e sincerità ho rivisto la “mia grotta personale”, così come il Buon Dio da sempre l’ha vista in me ed accettata: piena di immondizie, mettendo in evidenza la Sua Misericordia, che è sempre andata al di là delle mie immondizie … Ma come l’addetto alle pulizie della GROTTA quotidianamente la rende bella e presentabile, così devo  -  dobbiamo tutti  -   quotidianamente rendere pulita questa mia/nostra GROTTA … E chi più di MARIA l’IMMACOLATA, che con la sua immagine è sempre presente, sa riordinare bene, molto più dell’addetto alle pulizie del lucerniere? Lei è la Mia/Nostra Mamma Casalinga. Attende solo che quotidianamente le domandiamo un intervento.  Nella nostra Grotta, sempre portata ad essere come cassonetti in attesa delle immondizie, Essa attende che Le diciamo: “PER FAVORE …”, aggiungendo un bel GRAZIE di cuore!

 

La suddetta mistica moderna, nel suo intervento del 1960, aggiungeva:

“Non si può cantare un Magnificat se non sopra un Miserere, perché noi siamo niente e Dio è tutto. Questa coscienza delle proprie miserie  -  dice Chiara  -bisogna averla e Dio, a forza di formare l’anima, te la mette dentro come uno stampo e, dopo aver fatto questo, ti può usare in tutti i sensi, per costruire e realizzare il Suo Disegno d’Amore su di te”.

L’Ex

 

A Maria, la Madre di Gesù, con l’andare dei secoli sono state dedicate le più diverse espressioni di grandezza, di bellezza, di bontà … da parte di ogni ceto di persone. In più a Maria il popolo ha sempre aggiunto un titolo, riferito al luogo ove essa in qualche modo si è manifestata; per esempio, qui a Savona abbiamo “La Madre della Misericordia”, a Genova c’è “La Madre della Guardia”; “La Madonna dell’Orto”a Chiavari, “La Madonna del Tufo”, vicino a Rocca di Papa;  “La Madonna della Rocca” ad Acqui Terme, etc … Oggi  -  in piena globalizzazione  -  mi sembra che Maria, la Madre, desideri e meriti una denominazione molto più vicina a noi di qualsiasi altra: potremmo chiamarla semplicemente: “Maria, la Casalinga”. La mia, la tua, la sua, la nostra Madre, tanto vicina ad ognuno di noi : la Casalinga di Nazareth.

 

A noi interessa “la Madre Casalinga”. Quello che è importante non sono tanto le denominazioni più differenti -  queste sono secondarie  -. Ciò che conta è vivere e far propria l’anima di Maria!

 

In questo ci viene in aiuto quello che Papa Francesco ci ha detto nelle sue catechesi quotidiane a Santa Marta. Seguiamo la sua parola su “Maria pellegrina delle fede”, in vista del prossimo Giubileo della Misericordia. La nostra “Madre Casalinga”, se lo vogliamo, ci è sempre vicina e a portata di mano, ovunque e sempre! Ecco cosa dice Papa Francesco su MARIA SS.ma :

 

Questo incontro dell’Anno della Fede è dedicato a Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, Madre nostra. La sua statua, venuta da Fatima, ci aiuta a sentire la sua presenza in mezzo a noi. C’è una realtà: Maria sempre ci porta a Gesù. E’ una donna di fede, una vera credente. Possiamo domandarci: come è stata la fede di Maria?

 

Il primo elemento della sua fede è questo: la fede di Maria scioglie il nodo del peccato (cfr n. 56 Lumen gentium). Che cosa significa? I Padri Conciliari (del Vaticano II) hanno ripreso un’espressione di Sant’Ireneo che dice: “Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la Vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria l’ha sciolto con la sua fede” (Adversus haereses III, 22, 4).

 

Ecco, il “nodo” della disobbedienza, il “nodo” dell’incredulità. Quando un bambino disobbedisce alla mamma o al papà, potremmo dire che si forma un piccolo “nodo”. Questo succede se il bambino agisce rendendosi conto di ciò che fa, specialmente se c’è di mezzo una bugia: in quel momento non si fida della mamma e del papà. Voi sapete quante volte succede questo! Allora la relazione con i genitori ha bisogno di essere pulita e, infatti, si chiede scusa, perché ci sia di nuovo armonia e fiducia. Qualcosa di simile avviene nel nostro rapporto con Dio. Quando noi non lo ascoltiamo, non seguiamo la sua volontà, compiamo delle azioni concrete in cui mostriamo mancanza di fiducia in Lui -  e questo è il peccato  -, si forma come un nodo nella nostra interiorità. E questi nodi ci tolgono la pace e la serenità. Sono pericolosi, perché da più nodi può venire un groviglio, che è sempre più doloroso e sempre più difficile da sciogliere.

 

Ma alla misericordia di Dio  -  lo sappiamo  -  nulla è impossibile! Anche i nodi più intricati si sciolgono con la sua grazia. E Maria, che con il suo “sì” ha aperto la porta a Dio per sciogliere il nodo dell’antica disobbedienza, è la madre che con pazienza e tenerezza ci porta a Dio perché Egli sciolga i nodi della nostra anima con la sua misericordia di Padre. Ognuno di noi ne ha alcuni, e possiamo chiederci dentro il nostro cuore: quali nodi ci sono nella mia vita? “Padre, i miei non si possono sciogliere!”. Ma questo è uno sbaglio! Tutti i nodi del cuore, tutti i nodi della coscienza possono essere sciolti. Chiedo a Maria che mi aiuti ad avere fiducia nella misericordia di Dio, per scioglierli, per cambiare? Lei, donna di fede, di sicuro ci dirà: “Vai avanti, vai dal Signore: Lui ci capisce”. E lei ci porta per mano, Madre, Madre, all’abbraccio del Padre, del Padre della misericordia.

 

Papa Francesco  -  ormai sono 26 mesi che è subentrato a Papa Benedetto XVI  -  ha continuato con lo stesso tono a presentarci Maria proprio come una “Madre casalinga”, che conosce bene la passione/benevolenza/misericordia del Padre per ognuno di noi e non rimane distante da noi, per attendere i nostri SOS di aiuto, ma è sempre vicina. Basta, a volte, un attimo di silenzio nel profondo del cuore per sentire la sua voce materna sussurrarci: “Fa’ attenzione, ti sei messo su un cammino non buono, che certamente ti porterà ad un “nodo” e … poco manca per trovarti aggrovigliato nel male. Fermati e ascoltami bene, perché sei mio e domanda al Padre: “Permesso, scusami … perdonami e grazie”.

 

Secondo elemento: la fede di Maria dà la carne umana a Gesù. Dice il Concilio: “Per la sua fede e la sua obbedienza, Ella generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza conoscere uomo, ma sotto l’ombra dello Spirito Santo” (Lumen gentium, n. 63). Questo è un punto su cui i Padri della Chiesa hanno molto insistito: Maria ha concepito Gesù nella fede e poi nella carne, quando ha detto “sì” all’annuncio che Dio le ha rivolto mediante l’Angelo. Che cosa vuole dire questo? Che Dio non ha voluto farsi uomo ignorando la nostra libertà, ha voluto passare attraverso il libero assenso di Maria, attraverso il suo “sì”. Le ha chiesto: “Sei disposta a questo?”. E Lei ha detto: “!”.

 

Ma quello che è avvenuto nella Vergine Madre in modo unico, accade a livello spirituale anche in noi, quando accogliamo la Parola di Dio con cuore buono e sincero e la mettiamo in pratica. Succede come se Dio prendesse carne in noi. Egli viene ad abitare in noi, perché prende dimora in coloro che lo amano e osservano la sua Parola. Non è facile capire questo, ma sì, è facile sentirlo nel cuore.

 

Pensiamo che l’incarnazione di Gesù sia un fatto solo del passato, che non ci coinvolge personalmente? Credere in Gesù significa offrirgli la nostra carne, con l’umiltà e il coraggio di Maria, perché Lui possa continuare ad abitare in mezzo agli uomini; significa offrirgli le nostre  mani per accarezzare i piccoli e i poveri; i nostri piedi per camminare incontro ai fratelli; le nostre braccia per sostenere chi è debole e lavorare nella vigna del Signore; la nostra mente per pensare e fare progetti alla luce del Vangelo, e, soprattutto, offrire il nostro cuore per amare e prendere decisioni secondo la volontà di Dio. Tutto questo avviene grazie all’azione dello Spirito Santo. E così, siamo gli strumenti di Dio, perché Gesù agisca nel mondo attraverso di noi. 

 

Per arrivare a realizzare tutto questo, bisogna che ognuno diventi una “piccola Maria” : sul modello della Madre “casalinga” che, come ha custodito per nove mesi il suo Gesù prima di offrirlo al mondo intero, di sicuro saprà custodirci “tutti suoi”, così come “tutti di Gesù”. Altri piccoli Gesù!

 

E l’ultimo elemento è la fede di Maria come cammino: il Concilio afferma che Maria “ha camminato nel pellegrinaggio della fede” (ibid., n. 58). Per questo lei ci precede in questo pellegrinaggio, ci accompagna, ci sostiene.

 

In che senso la fede di Maria è stata un cammino? Nel senso che tutta la sua vita è stata seguire il suo Figlio: Lui - Lui, Gesù  -  è la via, Lui è il cammino! Progredire nella fede, avanzare in questo pellegrinaggio spirituale che è la fede, non è altro che seguire Gesù: ascoltarlo, lasciarsi guidare dalle sue parole; vedere come Lui si comporta e mettere i nostri piedi nelle sue orme, avere i suoi stessi sentimenti e atteggiamenti. E quali sono, i sentimenti e gli atteggiamenti di Gesù? Umiltà, misericordia, vicinanza, ma anche fermo rifiuto dell’ipocrisia, della doppiezza, dell’idolatria. La via di Gesù è quella dell’amore fedele fino alla fine, fino al sacrificio della vita, è la via della Croce. Per questo il cammino della fede passa attraverso la Croce e Maria l’ha capito fin dall’inizio, quando Erode voleva uccidere Gesù appena nato. Ma poi questa Croce è diventata più profonda, quando Gesù è stato rifiutato: Maria sempre era con Gesù, seguiva Gesù in mezzo al popolo, e sentiva le chiacchiere, le odiosità di quelli che non volevano bene al Signore. E questa Croce Lei l’ha portata! Allora la fede di Maria ha affrontato l’incomprensione e il disprezzo. Quando è arrivata l’ “ora” di Gesù, cioè l’ora della Passione: allora la fede di Maria è stata la fiammella nella notte, quella fiammella in piena notte. Nella notte del sabato santo Maria ha vegliato. La sua fiammella, piccola ma chiara, è stata accesa fino all’alba della Risurrezione; e quando le è giunta la voce che il sepolcro era vuoto, nel suo cuore è dilagata la gioia della fede, la fede cristiana nella Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Perché sempre la fede ci porta alla gioia, e Lei è la Madre della gioia: che ci insegni ad andare per questa strada della gioia e vivere questa gioia! Questo è il punto culminante  -  questa gioia, questo incontro di Gesù e Maria, ma immaginiamo come è stato … Questo incontro è il punto culminante del cammino della fede di Maria e di tutta la Chiesa. Com’è la nostra fede? La teniamo accesa, come Maria, anche nei momenti difficili, i momenti di buio? Ho sentito la gioia della fede?

 

Questa sera, Madre, ti ringraziamo per la tua fede, di donna forte e umile; rinnoviamo il nostro affidamento a te, Madre della nostra fede. Amen. 

 

Papa Francesco in modo tanto semplice e sublime ci presenta l’unità di Maria con Gesù, come un travaso continuo e vicendevole dei loro cuori, in modo che Lei era sempre in sintonia con Lui, Suo Figlio e Suo Dio. Non è forse questo quello che Maria vuole da ognuno di noi, cristiani che Gesù con la sua Morte e Risurrezione ha pagato facendoci simili a Sé? Questo cuore a cuore di Gesù e Maria non ci riporta a quel cuore a cuore che noi bambini avevamo con la nostra “mamma casalinga”? A volte ci crediamo “mariani” perché recitiamo le litanie, il rosario e le altre preghiere che sono sempre passeggere, saltuarie; mi sembra che Papa Francesco ci direbbe di chiederci personalmente: “Com’é il mio rapporto con Maria? E’ a “bocconi” … a tratti o vivo di Lei e con Lei, diventando “casalingo/a" come Lei, “la Madre Casalinga”? 

 

Questa sera mi sento unito a tutti voi nella preghiera del Santo Rosario e dell’Adorazione Eucaristica sotto lo sguardo della Vergine Maria.

 

Lo sguardo! Quanto è importante! Quante cose si possono dire con uno sguardo! Affetto, incoraggiamento, compassione, amore, ma anche rimprovero, invidia, superbia, perfino odio. Spesso lo sguardo dice più delle parole, o dice ciò che le parole non riescono o non osano dire.

 

Chi guarda la Vergine Maria? Guarda tutti noi, ciascuno di noi. E come ci guarda? Ci guarda come Madre, con tenerezza, con misericordia, con amore. Così ha guardato il Figlio Gesù, in tutti i momenti della sua vita, gioiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi, come contempliamo nei Misteri del Santo Rosario, semplicemente con amore.

 

Quando siamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi, guardiamo a Maria, sentiamo il suo sguardo che dice al nostro cuore: “Forza, figlio, ci sono io che ti sostengo!”. La Mamma ci consoce bene, è mamma, sa bene quali sono le nostre gioie e le nostre difficoltà, le nostre speranze e le nostre delusioni. Quando sentiamo il peso delle nostre debolezze, dei nostri peccati, guardiamo a Maria che dice al nostro cuore: “Rialzati, va’ da mio Figlio Gesù, in Lui troverai accoglienza, misericordia e nuova forza per continuare il cammino”. Lo sguardo di Maria non si rivolge solamente verso di noi. Ai piedi della Croce, quando Gesù le affida l’apostolo Giovanni, e con lui tutti noi, dicendo: “Donna, ecco tuo figlio” (Giovanni 19, 26), lo sguardo di Maria è fisso su Gesù. E Maria ci dice come alle nozze di Cana: “Qualsiasi cosa vi dice, fatela” (Giovanni 2, 5). Maria indica Gesù, ci invita a testimoniare Gesù. Ci guida sempre al suo Figlio Gesù, perché solo in Lui c’è la salvezza, solo Lui può trasformare l’acqua della solitudine, della difficoltà, del peccato, nel vino dell’incontro, della gioia, del perdono. Solo Lui.

 

“Beata perché hai creduto!” Maria è beata per la sua fede in Dio, per la sua fede, perché lo sguardo del suo cuore è sempre stato fisso su Dio, sul Figlio di Dio che ha portato in grembo e ha contemplato sulla Croce. Nell’Adorazione al Santissimo Sacramento, Maria ci dice: “Guarda al mio Figlio Gesù, tieni lo sguardo fisso su di Lui, ascoltalo, parla con Lui. Lui ti guarda con amore. Non avere paura! Lui ti insegnerà a seguirlo per testimoniarlo nelle grandi e piccole azioni della tua vita, nei rapporti di famiglia, nel tuo lavoro, nei momenti di festa; ti insegnerà a uscire, da te stesso, da te stessa, per guardare agli altri con amore, come Lui che, non a parole, ma con i fatti, ti ha amato e ti ama”.

 

O Maria, facci sentire il tuo sguardo di Madre, guidaci al tuo Figlio, fa’ che non siamo cristiani “di vetrina”, ma che sanno “sporcarsi le mani” per costruire con il tuo Figlio Gesù, il suo Regno di amore, di gioia e di pace. 

 

Papa Francesco non poteva essere esplicito più di così! Maria, sempre e ovunque viveva con il suo Figlio Gesù: sempre tutta raccolta e fissa su di Lui per viverlo! Che fa una vera mamma terrena, se non tenersi sempre all’erta per il suo bambino e attenta a qualsiasi segno o anche semplice battito di palpebre suo ? Una mamma, per essere tale, non deve che assomigliare a Maria SS.ma, “la Madre casalinga!”.

 

Maria Santissima, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo, nella vostra amata immagine di Aparecida, diffondete innumerevoli benefici su tutto il Brasile.

 

Io, per quanto indegno di fare parte del numero dei vostri figli e figlie, ma colmo del desiderio di partecipare dei benefici della vostra misericordia, prostrato ai vostri piedi, vi consacro il mio intendimento, perché possa sempre pensare all’amore che meritate; vi consacro la mia lingua, perché sempre vi possa lodare e diffondere la vostra devozione; vi consacro il mio cuore, perché, dopo Dio, io vi ami sopra ogni cosa.

 

Ricevetemi, Regina incomparabile, voi che il Cristo Crocifisso ci ha dato per Madre, nel numero benedetto dei vostri figli e figlie; accoglietemi sotto la vostra protezione, soccorretemi in tutte le mie necessità, spirituali e temporali, soprattutto nell’ora della mia morte. Beneditemi, celestiale cooperatrice, e per mezzo della vostra potente intercessione, rafforzatemi nella mia debolezza, affinché, servendovi fedelmente in questa vita, possa lodarvi, amarvi e rendervi grazie nei cieli, per tutta l’eternità. Così sia! 

 

Nei nove mesi di attesa, la donna è tutto protesa e impegnata a preparare il necessario per accogliere bene, alla luce della vita terrena, il figlio che sente sempre più in sé, parte di sé, affinché l’impatto con l’esterno non porti squilibri e non faccia alcun male al tenero neonato. I colloqui tutti intimi, ma quanto mai veri, tra i due non saranno mai conosciuti … persi nell’eternità, ma tutti e due li ricorderanno per sempre.

 

“E’ nato!”. La madre per prima sente il vagito! Nei primi mesi per la nuova mamma tutto  -  sguardi, pensieri, preoccupazioni  -  è concentrato sul neonato. Questa è opera di Dio/Creatore per eccellenza. Ma per il cristiano la nascita alla Redenzione avviene col Battesimo. E qui avviene uno scambio di “mamme” e di “uteri”… si direbbe nel post-moderno. Col Battesimo la Mamma di Gesù prende il posto della mamma terrena e questa partecipa, offrendole liberamente la sua creatura da proteggere.

 

Tutti noi col nostro Battesimo siamo entrati a far parte della Famiglia Divina, che è estesa su tutta la terra : in modo reale, anche se soprannaturale. In questa Famiglia Divina non esiste alcun padre adottivo, ma per ognuno e per tutti solo DIO è PADRE. La Madre è la Vergine Maria, denominata “la MADRE” di Gesù.

 

Ognuno ha come Padre Dio e come Madre “la Madre” di Gesù, Maria, la stessa che ai piedi della Croce ha assistito alla Sua Morte terrena e alla nostra Redenzione. Quindi MARIA ai piedi della Croce è segno visibile di congiunzione e di unità tra Dio, Morto e Risorto, e noi, che siamo vicini alla Madre con Giovanni l’Apostolo. 

 

“Perché una predica sulla santa Vergine mi piaccia, e mi faccia del bene, mi deve far vedere la sua vita reale e non una vita fantastica, e sono sicura che la sua vita reale era proprio semplice. Ce la fanno vedere inaccessibile, e invece bisogna farla vedere imitabile, farne scoprire le virtù, dire che viveva di fede come noi ( … ) E’ chiaro che la santa Vergine è la regina del cielo e della terra, ma ella è più madre che regina ( … ) E’ bene che si parli dei suoi privilegi, ma non soltanto di quelli perché non succeda che, ascoltando una predica, uno è obbligato a dire < oh! Oh!> e allora ne ha abbastanza! E può succedere che qualcuno arrivi perfino a sentirsi quasi allontanato di fronte a una creatura così eccelsa” (Santa Teresa di Lisieux).

 

Sentire tanta gente che periodicamente va ai pellegrinaggi, entusiasta e desiderosa di ritornare, mi pone degli interrogativi. La risposta mi sembra di leggerla tra le righe dello scritto di Teresa di Lisieux.  Partecipare a un pellegrinaggio è un bene limitato nel tempo! Mentre … se lo voglio  -  ed è quello che la Vergine mi domanda  -  posso vivere le 24 ore della giornata e i 12 mesi dell’anno in continuità con la Vergine Maria, a condizione di prenderLa con me come “casalinga”.  

 

Siamo nell’Anno della Famiglia e già ci stiamo avvicinando all’Anno Giubilare della Misericordia: due occasioni formidabili per riflettere su ciò che Dio vuole farci conoscere tramite il Magistero di papa Francesco.

 

Che la famiglia umana sia ridotta ad un ammasso di macerie, fino a trovare difficoltà a scoprire in se stessa la sua originalità e la necessità di contribuire alla crescita del genere umano, tutti lo sappiamo.

 

Ovunque si organizzano incontri a tutti i livelli, per cercare di mettere un argine alla “catastrofe familiare” che già regna. A mio avviso è necessario quanto prima riportare in vigore dalle fondamenta quello che in passato … molto passato, era la forza di ogni Famiglia Umana: la mamma casalinga!

 

Oggi non ci sono più “mamme casalinghe”. E forse nemmeno si sa che cosa voglia dire. Anche se “il passato è passato” si può, e specie in questi frangenti di dissolvimento della Famiglia Umana, mettere in evidenza quello che da sempre è stato un valore … ed è rimasto tale!

 

Mi sembra necessario ricordare che ottanta/novant’anni fa, il cosiddetto “Settore Primario” dominava ovunque: il lavoro era concentrato nell’agricoltura e nell’allevamento …. mentre il Secondario era dedito alle industrie ed il Terziario era occupato a produrre e favorire attività complementari al Primario.

 

Oggi le scuole sono impegnate nella formazione intellettuale dei giovani, fino verso i venti anni … quando, senza troppi assilli, cominciano a cercare un lavoro e, nello stesso tempo, trovano il “partner” con cui convivere. Intanto il tempo passa e si fa presto ad arrivare a 30/35 anni. Il “convivere” stanca e il desiderio di avere un figlio sprona a decidersi al matrimonio … possibilmente “civile” per essere liberi per un’altra avventura …

 

Messa su casa” e fatta una bella festa per gli “sposi”, dopo che è arrivato il figlio non sono pochi i casi in cui quasi subito, e a volte per motivi futili, il matrimonio è rotto e presto si annuncia una nuova avventura … matrimoniale!

 

Ecco, mi sembra che stia in questo il “fluido e il tallone di Achille”: ogni scelta di stato richiede una buona dose di responsabilità e di … mettercela tutta, affinché l’avventura diventi realtà!

 

Allora è vero che non esistono più le “Mamme Casalinghe?” Affatto! Con forza possiamo rispondere che di “Mamme Casalinghe” ce ne sono tante e comunque ne resterà una per sempre: nientemeno che la “Mamma di Gesù” MARIA di Nazareth, LA CASALINGA!

 

Il sottoscritto ricorda bene quello che faceva sua madre, “casalinga” per eccellenza. Sposa di un contadino che, pur essendo mezzadro, doveva darsi da fare per arrivare alla fine del mese … alla pari. Aveva trovato perciò un supplemento di lavoro alla Stoppani di Cogoleto e, occasionalmente, aiutava qualche pescatore in mare, per avere qualche pesce in cambio.

 

Mamma Pia la ricordo sempre così. Di prima mattina andava alla stalla per mungere la mucca, e poi, sempre pronta per aiutare i suoi figli, si recava nell’orto per la raccolta delle verdure da inviare al mercato di Genova, mentre, nello stesso tempo, il babbo Menego zappava la terra …

 

La nostra colazione era a base di latte con una fetta di pane, che ogni settimana la Mamma faceva cuocere nel suo forno. Noi bambini vivevamo la nostra giornata sotto gli  occhi della mamma. Mio fratello maggiore mi teneva in braccio, mentre Mamma Pia puliva e metteva in ordine la casa. Due anni dopo, a mia volta, accudivo il fratellino nato dopo di me …. Eravamo sempre sotto gli occhi della Mamma e se per qualche momento non si vedeva, sapevamo di sicuro che era col Babbo nell’orto.

 

Alla domenica tutto era pronto per il Giorno del Signore. Mamma Pia andava alla Prima Messa in parrocchia alle ore sei; noi andavamo dopo che la Mamma ci aveva “preparati” bene, con ai piedi l’unico paio di scarpe che possedevamo … La Mamma ci inviava raccomandandoci di comportarci bene … Alle undici il Babbo andava alla Messa degli “uomini” e nel pomeriggio della domenica non mancava mai alla funzione parrocchiale dei Vespri, soffermandosi poi a giocare a bocce con i coetanei …

 

Oggi ci domandiamo: ci sono ancora le “Mamme Casalinghe?”. Forse no, salvo Una, la sola e da sempre: Maria di Nazareth, la Madre di Gesù, LA CASALINGA PER ECCELLENZA!

 

Maria SS. ma, Madre di Gesù e Casalinga di Nazareth: oggi a Te si rivolge ogni uomo che ha perso il senso di far parte della Famiglia Umana.

 

PREGHIAMO

 

“O Casalinga di Nazareth! Già duemila anni fa quando, con la forza dello Spirito Santo hai concepito nel “tempo” Colui che era “Eterno”, da Lui in te avevi imparato l’eterno tuo essere “Casalinga” per eccellenza.

 

In questo tempo di disgregazione della famiglia umana, ti preghiamo, vieni in nostro aiuto. Lo Spirito Santo ti ha insegnato per sempre e per tutti ad essere vera “Mamma Casalinga” per noi; tra tutte le meraviglie di Grazie che Gesù, il Figlio del Padre, ti ha insegnato, in primis c’è proprio di essere “donna casalinga” per tutta l’Umanità!

 

Maria SS. ma, la Casalinga di Nazareth, che per 33 anni e nove mesi hai vissuto con l’Eterno tutte le realtà delle parabole  -  dalla pecorella smarrita e ritrovata al figliol prodigo -  facci capire e vivere la ricchezza di Dio Misericordioso e rimani vicino, perché possiamo seguire la tua voce materna di “casalinga”!

 

Maria SS. ma, la Casalinga di Nazareth, ti preghiamo: mostraci e fa con ognuno di noi quello che facesti a tuo Figlio, ancora fanciullo, mentre imparavi da Lui ad esserGli Madre Casalinga. Tu hai insegnato anche a mia Mamma ad essere “Casalinga” verso i suoi figli!

 

Maria SS. ma, sei la nostra Madre,  la parola  che per prima viene balbettata dalle nostre labbra di bambini e che spesso è l’ultima; sei Tu, la Nuova Eva, la donna per eccellenza, la nostra vera Madre Casalinga!

 

Maria SS. ma, ricorda le sacrosante Parole che tu stessa, alle nozze di Cana dicesti ai servitori: “Fate tutto quello che vi dirà!”. Queste Parole Sacrosante Oggi mettono in evidenza quello che Mamma Pia mi insegnava ancora bambino, quando mano nella mano davanti ad ogni edicola all’incrocio dei sentieri in piena campagna, mi diceva di ripetere dopo di lei: “Salve, o Maria, saluta Gesù da parte mia!”. Queste brevi parole le ricordo bene; con esse, ti prego.

 

Maria SS. ma, la Casalinga di Nazareth, fa’ che possiamo imparare a vivere col cuore, la mente e le opere quello che hai detto ai servitori alle nozze di Cana: “Fate tutto quello che vi dirà!”. In questo anno della Famiglia e nel prossimo Giubileo della Misericordia, rimani vicino a noi come “Mamma Casalinga”, perché possiamo imparare a vivere sempre meglio, alla maniera della Famiglia di Nazareth, le tre parole di Papa Francesco: “Per favore, scusa, grazie”. L'Ex

 


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 Essere Maria

 

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Messaggio Cristiano
Udienza Generale, 17 Aprile 2024

Catechesi. I vizi e le virtù. 15. La temperanza

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi parlerò della quarta e ultima virtù cardinale: la temperanza. Con le altre tre, questa virtù condivide una storia che risale molto indietro nel tempo e che non appartiene ai soli cristiani. Per i greci la pratica delle virtù aveva come obbiettivo la felicità. Il filosofo Aristotele scrive il suo più importante trattato di etica indirizzandolo al figlio Nicomaco, per istruirlo nell’arte del vivere. Perché tutti cerchiamo la felicità eppure così pochi la raggiungono? Questa è la domanda. Per rispondere ad essa Aristotele affronta il tema delle virtù, tra le quali ha uno spazio di rilievo la enkráteia, cioè la temperanza. Il termine greco significa letteralmente “potere su sé stessi”. La temperanza è un potere su sé stessi. Questa virtù è dunque la capacità di autodominio, l’arte di non farsi travolgere da passioni ribelli, di mettere ordine in quello che il Manzoni chiama il “guazzabuglio del cuore umano”.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice che «la temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati». «Essa – prosegue il Catechismo – assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà. La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio cuore» (n. 1809).

Dunque, la temperanza, come dice la parola italiana, è la virtù della giusta misura. In ogni situazione, si comporta con saggezza, perché le persone che agiscono mosse sempre dall’impeto o dall’esuberanza alla fine sono inaffidabili. Le persone senza temperanza sono sempre inaffidabili. In un mondo dove tanta gente si vanta di dire quello che pensa, la persona temperante preferisce invece pensare quello che dice. Capite la differenza? Non dire quello che mi viene in mente, così… No, pensare a quello che devo dire. Non fa promesse a vanvera, ma assume impegni nella misura in cui li può soddisfare.

Anche con i piaceri, la persona temperante agisce con giudizio. Il libero corso delle pulsioni e la totale licenza accordata ai piaceri, finiscono per ritorcersi contro noi stessi, facendoci precipitare in uno stato di noia. Quanta gente che ha voluto provare tutto con voracità si è ritrovata a perdere il gusto di ogni cosa! Meglio allora cercare la giusta misura: ad esempio, per apprezzare un buon vino, assaporarlo a piccoli sorsi è meglio che ingurgitarlo tutto d’un fiato. Tutti sappiamo questo.

La persona temperante sa pesare e dosare bene le parole. Pensa a quello che dice. Non permette che un momento di rabbia rovini relazioni e amicizie che poi solo con fatica potranno essere ricostruite. Specialmente nella vita famigliare, dove le inibizioni si abbassano, tutti corriamo il rischio di non tenere a freno tensioni, irritazioni, arrabbiature. C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere, ma entrambi richiedono la giusta misura. E questo vale per tante cose, ad esempio lo stare con gli altri e lo stare da soli.

Se la persona temperante sa controllare la propria irascibilità, non per questo la vedremo perennemente con il volto pacifico e sorridente. Infatti, qualche volta è necessario indignarsi, ma sempre nella giusta maniera. Queste sono le parole: la giusta misura, la giusta maniera. Una parola di rimprovero a volte è più salutare rispetto a un silenzio acido e rancoroso. Il temperante sa che nulla è più scomodo del correggere un altro, ma sa anche che è necessario: altrimenti si offrirebbe libero campo al male. In certi casi, il temperante riesce a tenere insieme gli estremi: afferma i principi assoluti, rivendica i valori non negoziabili, ma sa anche comprendere le persone e dimostra empatia per esse. Dimostra empatia.

Il dono del temperante è dunque l’equilibrio, qualità tanto preziosa quanto rara. Tutto, infatti, nel nostro mondo spinge all’eccesso. Invece la temperanza si sposa bene con atteggiamenti evangelici quali la piccolezza, la discrezione, il nascondimento, la mitezza. Chi è temperante apprezza la stima degli altri, ma non ne fa l’unico criterio di ogni azione e di ogni parola. È sensibile, sa piangere e non se ne vergogna, ma non si piange addosso. Sconfitto, si rialza; vincitore, è capace di tornare alla vita nascosta di sempre. Non cerca gli applausi, ma sa di avere bisogno degli altri.

Fratelli e sorelle, non è vero che la temperanza rende grigi e privi di gioie. Anzi, fa gustare meglio i beni della vita: lo stare insieme a tavola, la tenerezza di certe amicizie, la confidenza con le persone sagge, lo stupore per le bellezze del creato. La felicità con la temperanza è letizia che fiorisce nel cuore di chi riconosce e dà valore a ciò che più conta nella vita. Preghiamo il Signore perché ci dia questo dono: il dono della maturità, della maturità dell’età, della maturità affettiva, della maturità sociale. Il dono della temperanza.

Papa Francesco